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Utero in affitto

La maternità surrogata, anche nota come  surrogazione di maternità,  surrogazione gestazionale,  gestazione d’appoggio o  gestazione per altri, è una tecnica di  procreazione assistita nella quale la madre surrogata s’impegna a portare a termine una gravidanza “su commissione” di altri. Questo atto di portare a termine una gestazione per altri, quindi la maternità surrogata, nel linguaggio comune è definito come “utero in affitto”.

L’intraprendere un percorso di surrogazione di maternità non è un atto consentito ovunque. Difatti, ciascuno Stato è provvisto di una propria legislazione in merito. In Italia, ad esempio, la legge vieta a qualsiasi donna di diventare madre surrogata.

Con l’appellativo di madre surrogata si indica una donna che ha deciso di intraprendere e portare a termine una gravidanza per conto di persone che, per un qualsiasi motivo, non sono in grado di concepire o avere figli.

Solitamente, la madre surrogata non è la madre biologica del bambino o dei bambini che nasceranno, poiché, quando possibile, si utilizzano i  gameti (ovociti e  spermatozoi) della coppia richiedente la surrogazione. Tuttavia, non sempre ciò avviene; difatti, è possibile sia ricorrere all’uso di gameti provenienti da donatori estranei, sia utilizzare gli ovuli della madre surrogata e il  liquido seminale dell’aspirante genitore.

Esistono due tipologie di surrogazione di maternità:  tradizionalegestazionale.

La maternità surrogata tradizionale è anche nota come surrogazione di maternità genetica o  parziale, una forma di gestazione per altri che prevede l’inseminazione naturale o artificiale della madre surrogata. Pertanto, l’ovulo che darà origine all’ embrione apparterrà a quest’ultima, mentre gli spermatozoi possono provenire dal genitore designato, oppure da un donatore.

In caso di maternità surrogata gestazionale, invece, la madre surrogata non è correlata geneticamente al nascituro o ai nascituri, poiché si utilizzano i gameti maschili e/o femminili degli aspiranti genitori e/o i gameti femminili e/o maschili di uno o più donatori. In questo caso, pertanto, si effettua la cosiddetta fecondazione in vitro e, in nessun caso, il bambino o i bambini che nasceranno saranno geneticamente correlati alla madre surrogata.

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Dott.ssa Biologa Minicone Sara
sara.minicone@gmail.com
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    Helen
    Posted at 00:59h, 01 Maggio Rispondi

    Articolo interessantissimo

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