16 Dic Utero in affitto
La maternità surrogata, anche nota come surrogazione di maternità, surrogazione gestazionale, gestazione d’appoggio o gestazione per altri, è una tecnica di procreazione assistita nella quale la madre surrogata s’impegna a portare a termine una gravidanza “su commissione” di altri. Questo atto di portare a termine una gestazione per altri, quindi la maternità surrogata, nel linguaggio comune è definito come “utero in affitto”.
L’intraprendere un percorso di surrogazione di maternità non è un atto consentito ovunque. Difatti, ciascuno Stato è provvisto di una propria legislazione in merito. In Italia, ad esempio, la legge vieta a qualsiasi donna di diventare madre surrogata.
Con l’appellativo di madre surrogata si indica una donna che ha deciso di intraprendere e portare a termine una gravidanza per conto di persone che, per un qualsiasi motivo, non sono in grado di concepire o avere figli.
Solitamente, la madre surrogata non è la madre biologica del bambino o dei bambini che nasceranno, poiché, quando possibile, si utilizzano i gameti (ovociti e spermatozoi) della coppia richiedente la surrogazione. Tuttavia, non sempre ciò avviene; difatti, è possibile sia ricorrere all’uso di gameti provenienti da donatori estranei, sia utilizzare gli ovuli della madre surrogata e il liquido seminale dell’aspirante genitore.
Esistono due tipologie di surrogazione di maternità: tradizionale e gestazionale.
La maternità surrogata tradizionale è anche nota come surrogazione di maternità genetica o parziale, una forma di gestazione per altri che prevede l’inseminazione naturale o artificiale della madre surrogata. Pertanto, l’ovulo che darà origine all’ embrione apparterrà a quest’ultima, mentre gli spermatozoi possono provenire dal genitore designato, oppure da un donatore.
In caso di maternità surrogata gestazionale, invece, la madre surrogata non è correlata geneticamente al nascituro o ai nascituri, poiché si utilizzano i gameti maschili e/o femminili degli aspiranti genitori e/o i gameti femminili e/o maschili di uno o più donatori. In questo caso, pertanto, si effettua la cosiddetta fecondazione in vitro e, in nessun caso, il bambino o i bambini che nasceranno saranno geneticamente correlati alla madre surrogata.
Helen
Posted at 00:59h, 01 MaggioArticolo interessantissimo