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Sinonimi impropri: polpo e polipo

Nonostante sia abitudine di questo portale occuparsi di argomenti di nutrizione, patologie sulle quali ha impatto l’alimentazione o analizzare le linee generali di una patologia stessa, oggi la curiosità  porta a voler scendere nel particolare di una simpatica, spesso sottovalutata, differenza tra due organismi, uno dei quali rientra nell’alimentazione comune: il polipo e il polpo.

Eh sì, il linguaggio comune rende questi due sostantivi sinonimi ma non è affatto così: i due termini sono usati spesso impropriamente per due organismi totalmente differenti.

I polipi, il cui nome deriva dal greco “molti piedi”, sono animali appartenenti al phylum degli Cnidaria, animali che non hanno un capo definito, né occhi o braccia e sono unità strutturali che si complessano ad altre, uguali, per formare colonie; il polpo, invece, è un cefalopode del phylum Mollusca, un animale piuttosto complesso con un sistema nervoso molto sviluppato così come il resto del corpo, è capace di movimento, riproduzione sessuale, mimetismo e predazione.

Negli Cnidari, a cui appartiene il polipo, sono distinte due specie ovvero il polipo, appunto, e la medusa. Il polipo è molto simile ad un fiore, infatti è anche detto ”fiore del mare”, è dotato di una sorta di stelo che emerge da un disco pedale dall’azione fissante al substrato. Sulla sommità di questa colonna cilindrica eretta vi è la bocca, chiamata manubrio, dalla quale si diramano i tentacoli che adornano il margine del disco orale il quale funge da unico orifizio dell’intero semplice sistema digerente: l’apertura, dunque, fa sia da bocca che da ano.

Il polpo, anche chiamato “piovra”, è un animale molto territoriale e solitario, tendenzialmente notturno. Le caratteristiche fisiche sono totalmente differenti rispetto a quelle dei polipi descritti in precendenza, infatti il polpo è dotato di una testa contenente due occhi ben sviluppati ed un corpo fuso alla testa con la quale forma una struttura chiamata mantello. Sono presenti otto paia di tentacoli o braccia, tutti provvisti di ventose. Delle otto braccia una è trasformata in un organo copulatore chiamato ectocotilo. Un aspetto molto curioso del polpo è che la cavità orale si trova sotto il capo e ha una forma a ”becco” piuttosto duro in quanto costituito di una sostanza che conferisce consistenza, ovvero la chitina, in questo modo il becco può essere utilizzato per  rompere gusci di conchiglie o il carapace dei crostacei. La sua pelle è liscia e può, all’occorrenza, cambiare colorazione per permettere all’animale di mimetizzarsi nell’ambiente circostante: questo mimetismo è possibile grazie a cellule pigmentate e specializzate, i cromatofori e gli iridofori. Mimetizzarsi a volte può non essere sufficiente, dunque risulta fondamentale, per questi animali, possedere la cosiddetta ”ghiandola del nero”, una ghiandola che espelle un liquido di colore nero, l’inchiostro, che una volta ”spruzzato” consente al polpo di nascondersi velocemente da possibili predatori. A tale scopo, è supportato dalla capacità di muovere con forza i tentacoli e con dei movimenti a propulsione spostarsi velocemente.

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Dott.ssa Biologa Minicone Sara
sara.minicone@gmail.com
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