05 Set Problemi da viaggiatore: attenzione all’acqua!
Se si organizza un viaggio di piacere, o di lavoro, all’estero si potrebbe incappare in un fastidioso problema intestinale che spesso si verifica quando il Paese di destinazione è povero o ha scarse abitudini igieniche per le quali gli alimenti e le bevande potrebbero risultare veicoli di infezione. Tale fastidio si identifica nella tipica e nota “diarrea del viaggiatore”: un disturbo in grado di rovinare le vacanze a se stessi e ai compagni di viaggio.
La diarrea del viaggiatore è un’enterite (malattia infettiva delle vie digerenti) che colpisce soggetti provenienti da Paesi ad elevato tenore igienico quando si recano in aree in via di sviluppo, soprattutto nelle zone tropicali. Le zone a maggior rischio, infatti, sono il Sud-Est asiatico, l’India, il Bangladesh ed alcuni paesi dell’Africa e dell’America Centrale, in particolare il Messico. La sindrome, nella maggior parte dei casi, è dovuta ai ceppi di un batterio chiamato Escherichia Coli che produce una enterotossina, cioè una molecola tossica per l’apparato digerente, capace di determinare alterazioni del transito intestinale.
Per evitare questi pericolo, nei Paesi a rischio va sempre evitato il consumo di acqua e di altre bevande di dubbia provenienza che non siano sterilizzate o contenute in bottiglie sigillate così come per l’ingestione di verdura cruda, frutta che non possa essere sbucciata, carne e pesce crudo, frutti di mare, formaggi e gelati di produzione artigianale; cautelativamente il divieto può essere esteso ad ogni genere di alimento preparato o venduto all’aperto. Può capitare che tale problema non derivi esclusivamente dall’ingestione di cibo o bevande contaminate, piuttosto può derivare da una diversa abitudine alla quota batterica normalmente presente e consentita nell’acqua potabile che, risultando appunto diversa da quella nell’acqua del Paese di destinazione potrebbe essere interpretata dall’organismo come offesa ai suoi equilibri con conseguente scompenso della flora batterica intestinale e quindi diarrea.
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