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Prevenzione Alzheimer: può iniziare dalla dieta

La malattia di Alzheimer, detta anche morbo di Alzheimer, è la forma più comune di demenza degenerativa progressivamente invalidante con esordio in età presenile, circa 65 anni, il cui sintomo immediato e frequente è quello di non ricordare eventi recenti. Un gruppo di ricercatori britannici, che studia i meccanismi degenerativi caratteristici della malattia di Alzheimer, ha osservato un “circolo vizioso” nell’accumulo della proteina beta-amiloide. Uno dei tratti ricorrenti nel cervello colpito da Alzheimer è l’accumulo di placche di proteina beta-amiloide, mucchi disordinati di una sostanza di scarto metabolico che circondano e distruggono le sinapsi, i punti nevralgici della comunicazione tra neuroni. Questo processo porta a morte cellulare, atrofia del cervello e problemi cognitivi, tra i quali la perdita di memoria. La proteina beta-amiloide è, dunque, una sostanza neurotossica. C’è un filo sottile che lega l’alimentazione alle funzioni cognitive. Giorno dopo giorno, infatti, gli alimenti che riempiono le nostre tavole contribuiscono a sostenere le cellule del nostro cervello e possono essere responsabili di alterazioni che ne compromettono il corretto funzionamento, talvolta in modo irreversibile. Uno studio effettuato su larga scala ha dimostrato che gli AGEs (Advanced Glication End products) rappresentano un importante fattore di rischio per la malattia di Alzheimer. Gli AGEs sono prodotti di una glicosilazione aberrante di proteine che si formano nell’organismo durante il processo di invecchiamento e che sono ulteriormente introdotti attraverso la dieta. Queste sostanze sono in grado di accrescere il rischio di Alzheimer producendo alterazioni a tutti i livelli: infiammazioni, danni vascolari, danni neuronali e stress ossidativo.

Quali alimenti sono particolarmente ricchi di queste sostanze?

Carne e formaggi stagionati sono particolarmente ricchi di AGEs. Un’alimentazione ad elevato contenuto di carne e basso contenuto di cereali e verdure contribuisce a un alto contenuto di queste sostanze nell’organismo, indipendentemente dal modo in cui i cibi vengono cotti. La classica dieta mediterranea comporta un basso accumulo di AGEs nel corpo, per via del ridotto contenuto di carne e della ricchezza in cereali e verdure di questi regimi alimentari.Gli studi hanno, quindi, dimostrato che il rischio di Alzheimer è più elevato nelle persone che consumano diete ricche di colesterolo, grassi saturi e calorie totali e povere di fibra, verdura e frutta. Alimenti, invece, che sembrano avere un effetto positivo sulla prevenzione dalla malattia sono il curry, il pesce e tutti i cibi contenenti omega-3, verdura (pomodori, broccoli, cipolle), frutta (mele, uva, frutti di bosco) e in particolar modo gli agrumi in quanto contenenti vitamina C.

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Dott.ssa Biologa Minicone Sara
sara.minicone@gmail.com
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