25 Ott Olive da tavola o da olio, nere o verdi: differenti ma tutte importanti
Le olive rappresentano un alimento presente dall’inizio alla fine sulle nostre tavole, dall’aperitivo all’olio che accompagna tutti i pasti. È per questo che bisogna approcciarsi con intelligenza per avere, nella propria quotidianità, la qualità e la sicurezza dell’alimento.
Un primo passo per farsi un’idea su cosa scegliere è capire da dove parte la storia del singolo prodotto e quale strada ha percorso per giungere fin dentro la borsa della spesa.
Esistono delle differenze sostanziali tra le olive da olio e da tavola: la composizione chimica, il calibro e il contenuto di olio sono solo alcune delle caratteristiche.
Nel nostro Paese si contano circa 60 coltivazioni e vengono prodotte intorno alle 80.000 tonnellate all’anno di olive da tavola di cui un 10% è destinato all’esportazione.
Gli italiani ne consumano più di 120.000 tonnellate all’anno, ed è per questo che si ricorre all’importazione da Grecia, Spagna e Nord Africa, soprattutto Marocco: la domanda è maggiore dell’offerta.
Il problema dell’importazione è che molte volte questa informazione non viene citata in etichetta, il che rende difficile fare un “identikit” completo dell’alimento.
Dal punto di vista nutrizionale, le olive verdi e nere sono abbastanza simili, con una differenza principale nella quantità di grassi e proteine. Nello specifico, le olive nere sono più ricche di proteine e contengono un quantitativo maggiore di acido oleico e acido linoleico. Infine, le olive nere contengono meno fibre rispetto alle olive verdi (2,4 gr contro i 4,4 gr delle olive verdi), per cui entrambe possono essere inserite nell’equilibrata e corretta alimentazione. Come tutti gli alimenti, la cosa importante è la quantità.
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