Servizio CUP

Aperto LUN - VEN
8:30 - 13:00 e 14:00 - 18:30


(+39) 081 0010202


App di Sanità Senza Problemi

L'App della buona sanità è arrivata!
Gratuita e disponibile per Android e iOS, smartphone e tablet!
Scaricala subito dal tuo Store!



I capricci più comuni nei bambini: pappa, sonno e giochi…

Con i capricci i bambini vogliono comunicarci qualcosa: un sentimento, un’emozione che non riescono a gestire in altro modo, un disagio o anche un senso di colpa per aver combinato qualcosa. Occorre perciò mostrarsi sereni davanti ai capricci, che sono normali e fisiologici entro i 5/6 anni d’età e non dipendono necessariamente dallo stile educativo.

I capricci possono, infatti, essere la risposta, per lo più sana, alle regole educative imposte in famiglia oppure il modo di far fronte a difficoltà esterne, asilo o scuola.

Le cause principali possono essere: stanchezza, parte emozionale del sistema cognitivo ancora non matura, bisogni ti tipo psicologici.

Sicuramente ci troviamo davanti a un fenomeno relazionale, in quanto non esiste nessun bambino che fa i capricci da solo; questi nascono sempre nell’interazione con un adulto. Sicuramente è più funzionale un bambino che fa qualche capriccio, piuttosto che un bimbo solo, immobile e silenzioso, stordito davanti ad uno smartphone.

I tre capricci più comuni dei nostri bambini:

  • Non vuole mangiare!

Perché? Quale sarà la sua motivazione?

E’ essenziale innanzitutto capirne la motivazione: non ha più fame, preferisce andare a giocare, non gli piace per davvero, o potrebbe aver instaurato un rapporto difficoltoso con il cibo in seguito ad uno svezzamento forzato o tardivo …. o forse vuole semplicemente attenzione!

I bambini hanno bisogno di molte attenzioni, non perché viziati ma, forse, perché le attenzioni che ricevono sono poche e frettolose. Quindi può succedere che il momento del pranzo, così importante per mamma e per nonna, diventi un arma per ricevere tempo ed attenzioni.

Il comportamento alimentare dell’essere umano fin dalla nascita si struttura all’interno di una relazione: dal seno della mamma al cucchiaino, al pasto in famiglia. Per questo l’atto nutritivo è strettamente legato alla relazione affettiva. Cerchiamo sempre di rispettare la protesta ma giungendo ad un compromesso, è importante mediare e mai insistere. Inoltre è importante che anche mamma e papà si mostrino sereni durante il momento dei pasti. Infine, migliorare la qualità del tempo che passiamo con i nostri bambini potrebbe diminuire notevolmente la quantità di capricci a tavola, in quanto diminuirà la loro necessità di richiedere attenzione.

  • Si sveglia durante la notte e vuole dormire nel lettone!

Dormire nel lettone è il sogno di tutti i bambini, in quanto vedono realizzarsi la possibilità di stare vicino ai genitori e soprattutto osservano una funzionale pratica di diminuzione della propria ansia di separazione. Di fatto dormire nel lettone non è in assoluto nocivo per i grandi o per il bambino, ma d’altra parte non è nemmeno necessario. Potrebbe invece diventare negativo per il sonno di tutti, per la vita di coppia e per il raggiungimento di determinate autonomie del piccolo.

Al giorno d’oggi è diventata un’abitudine molto diffusa, quella di consentire ai propri figli di dormire nel “lettone” dei genitori. Tutto questo si verifica perché non si riesce a dire di “no”, oppure si ha il desiderio di farli sentire più protetti se non riescono a dormire, e magari sono spaventati da un temporale o da un forte rumore. Molto spesso, tuttavia, può accadere una situazione del genere quando i genitori non hanno voglia di alzarsi dal loro letto e per comodità consentono al bambino di mettersi accanto a loro.

Quindi, anche in questo caso diventa necessario analizzare le probabili motivazioni. Le difficoltà del sonno nei bambini possono essere molto diverse tra loro: la paura di essere escluso, il volersi assicurare il proprio posto, possono portare il bambino ad avere difficoltà nell’addormentarsi o a svegliarsi durante la notte, o anche potrebbero verificarsi situazioni stressanti in cui i bambini hanno reazioni molto simili a quelle degli adulti e, se sono troppo agitati per dormire, possono avere bisogno della presenza rassicurante del genitore.

Molto spesso, però, per alcuni genitori è molto difficile resistere al pianto e alle suppliche, che vengono interpretate come senso di solitudine e di esclusione: si tratta in realtà di un fisiologico e progressivo processo di individuazione e separazione, che il bambino deve essere messo in condizione di affrontare poco alla volta per crescere.  È importante aiutarlo in questo percorso, consolandolo quando piange di notte perché si sente solo, quando ha paura oppure quando ha fatto un brutto sogno, senza cedere alla stanchezza e alla tentazione di portarlo con noi nel lettone.

Inoltre non è da sottovalutare il fatto che il bambino fin da piccolo è estremamente ricettivo alle percezioni sensoriali e a tutto ciò che evoca sul piano delle emozioni. Ha sicuramente bisogno di una vicinanza corporea che gli comunichi affetto, tenerezza, entro però i limiti del pudore e del rispetto per l’intimità dell’altro.

Allora come dobbiamo comportarci…

Un  consiglio è quello di fare addormentare il bambino direttamente nella sua culla o nel suo letto, accarezzandolo e massaggiandolo dolcemente, in modo tale da farlo rilassare e conciliare il sonno. Si può anche ricorrere all’ausilio della musica, con l’utilizzo di qualche canzoncina adeguata o di una ninna nanna. Gli si può tenere la mano fino a quando non si appisola ma, comunque, è buona regola fargli comprendere che lui, anche se è in un’altra stanza, non è solo e non lo sarà mai. Un rituale che può aiutare il bambino a rimanere nel suo lettino e il genitore a non sentirsi in colpa per “abbandono”, è quello di raccontargli qualche breve storia o leggergli una favoletta. Naturalmente, il bambino deve scegliere quella che maggiormente preferisce e generalmente tenderà a chiedere sempre la stessa.

Se il bambino dovesse svegliarsi durante la notte e correre nel letto dei genitori, con tanta calma e dolcezza, è necessario riportarlo nel suo lettino, con lo stesso procedimento descritto in precedenza. Naturalmente, per fare tutto questo è richiesta una buona dose di pazienza e di forza di volontà, ma ci si deve rendere conto che successivamente servirà a far sentire il bimbo più indipendente ed autonomo in futuro. In linea di massima, dovrebbe essere sufficiente circa una settimana per farlo abituare a dormire nel suo letto. È indispensabile ricordare che quando si inizia a “svezzare” il bambino da questa sorta di dipendenza psicologica, è necessario essere fermi e non si deve tornare indietro. In caso contrario, infatti, si correrebbe il rischio di rinforzare il comportamento inadeguato e di invalidare quanto di buono è stato fatto fino a quel momento.

  • Me lo compri? Lo voglio!

Di fronte a un bimbo che in un negozio o al supermercato fa i capricci per un giocattolo, il genitore deve saper dire di no!

Il bambino urla, piange, si aggrappa o si  getta a terra perché vuole le sue caramelle preferite o, ancora,  si rifiuta di uscire da un negozio senza prima aver ottenuto il giocattolo desiderato: in questi casi è bene intervenire con fermezza senza ulteriori urla o scenate, per il bene del bambino. Il piccolo sa già che il suo capriccio di fronte a tante persone, ha più effetto  per cui aumentano le probabilità di ottenere ciò che vuole. Con le sue richieste, vuole tastare il terreno, capire fino a che punto può imporre la sua volontà all’adulto. C’è bisogno di una risposta decisa che ponga un freno a emozioni difficili da controllare anche per lui.  Ricordiamoci, infatti, che ai bambini non piace andare a fare spese, non piace stare costretti e fermi  per tanto tempo in un carrello, si annoiano. Allora, per limitare le proibizioni, ragionevoli per noi ma non per un bambino, è meglio ridurre le uscite inadatte ai più piccoli, quelle cioè prive di qualsiasi interesse per loro Molte mamme prima di uscire a fare la spesa con i loro bambini possiamo contrattano promettendo loro un regalo … attenzione, però, non bisogna mai farlo se già in partenza si è deciso di non acquistarlo.

Allora, cosa fare? Mantenere la calma. Spesso tendiamo ad assecondare i capricci dei nostri figli per evitare interminabili capricci ma la cosa migliore da fare sarebbe quella di “distribuire qualche no”, indipendentemente dalla reazione che ne deriverà.

E’ importante che i bambini si allenino a tollerare la frustrazione che deriva da un NO. Questo li renderà più forti e capaci di gestire gli imprevisti che la vita gli riserverà.

Rate this post
Dott.ssa Marilena Palladino
Dott.ssa Marilena Palladino
palladino.marilena1@gmail.com

Laureata con lode in "Psicologia dei Processi Cognitivi e Recupero Funzionale" presso la Seconda Università degli studi di Napoli. Successivamente si è avvicinata al percorso formativo della scuola di specializzazione in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale, approfondendo aspetti relativi alla psicopatologia generale e dell'età evolutiva, e ancora le tecniche di intervento psicoterapeutico cognitivo-comportamentali. Abilitata all'esercizio della professione di psicoterapeuta e iscritta al relativo Albo Professionale della regione Campania con numero progressivo 3784 in data 25/11/2008 ai sensi della Legge 18/2/89 ex art.7. Esercita la libera professione presso il proprio studio. Esperta in psicologia scolastica, svolge attività di consulenza rivolta a studenti nelle scuole primarie e secondarie.

No Comments

Post A Comment

Prenota qui la tua visita

Prenoti la sua visita medica o esame diagnostico, una nostra operatrice La ricontatterà per ultimare la prenotazione.


Questo sito internet fa uso di piccoli file di testo (cookie) atti al corretto svolgimento di tutte le funzioni visualizzate. I cookie sono normalmente usati per permettere al nostro portale di funzionare correttamente (cookie tecnici), di generare report e statistiche di utilizzo (cookie statistici) e di generare piccoli contenuti pubblicitari non invasivi in base alle pagine visitate (cookie di profilazione). La Privacy & Cookie Policy è consultabile in ogni momento a questo indirizzo.

Accettandone l’utilizzo, riusciremo ad offrire un servizio sempre migliore e mirato alle vostre esigenze.

Alcuni contenuti o funzionalità del nostro sito non sono disponibili in quanto non è stata accettata l’esecuzione dei cookie.
Questo succede perchè “%SERVICE_NAME%” richiede l’utilizzo di tali cookie. Per visualizzare questo contenuto o funzionalità, è necessario attivarli cliccando qui.