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Dipendenza da internet e dai social: quando il web non è più una distrazione

Facebook: quasi 1,3 miliardi di utenti iscritti, praticamente la seconda nazione al mondo dopo la Cina.

Probabilmente se potessimo guardarci dall’esterno, rideremmo di noi e della nostra “ossessione” per questo social.. ma non possiamo farlo, così è più facile agire dei meccanismi di cui siamo poco consapevoli e ai quali, in ogni caso, non siamo disposti a rinunciare.

Internet ed i social network sono strumenti formidabili ed è assolutamente necessario che sia i giovani che gli adulti si adeguino ai nuovi codici comunicativi che la tecnologia e l’informatica richiedono.

Purtroppo esiste anche l’altra faccia della medaglia: possono procurare dipendenza.

Tra le varie attività che possono creare dipendenza, ne evidenzio tre:

1) Il cybersex: consiste nello scaricare, utilizzare, commerciare materiale pornografico online ed essere coinvolti in chat-room per soli adulti.

Il cybersex è un tipo di dipendenza sessuale con i “vantaggi del web”: anonimità e facilità di accesso. Tanti ragazzi restano nella privacy della propria casa, ingaggiati in fantasie impossibili nella vita reale, a fare per ore e ore sesso on line…

E non è detto che appartengano a famiglie patologiche. È un rischio in cui si cade.

2) Il net gaming: riguarda la dipendenza dai giochi in rete e comprende una vasta categoria di comportamenti, compreso il gioco d’azzardo patologico (gambling), i videogame, lo shopping compulsivo e il commercio online compulsivo, i casinò virtuali, i giochi interattivi, i siti delle case d’asta o le scommesse su Internet. Ovviamente, in questo caso, ai problemi legati alla dipendenza e all’isolamento, spesso si accompagna la perdita di cospicue somme di denaro.

3) La cyber relational addiction: consiste nella compulsione ad instaurare relazioni esclusivamente (o quasi) attraverso il web. Gli inglesi la definiscono “Social Network Addiction” o “Friendship Addiction” e consiste in una sorta di dipendenza da connessione, aggiornamento e controllo della propria pagina web e delle proprie amicizie, o meglio la ricerca di nuove amicizie virtuali da poter registrare sul proprio profilo.

Nella dipendenza da Facebook si presentano sintomi di craving, tolleranza ed astinenza, proprio come accade nelle dipendenze da sostanze. Per craving si intende la presenza di pensieri fissi e di forti impulsi verso come e quando connettersi; per tolleranza si fa riferimento alla necessità di stare collegati e/o aggiornare i contenuti personali della propria pagina sempre di più ad ogni nuova connessione per raggiungere la medesima sensazione di appagamento e per astinenza si intende la sperimentazione di intensi disagi psico-fisici nel caso non ci si colleghi per un certo periodo tempo.

Quali sono i rischi di essere sempre collegati e di navigare troppo tempo in Internet?

1) Uno dei rischi è la rinuncia alla comunicazione non verbale.

Facebook è diventato così importante perché soddisfa il bisogno di comunicare. Ma in chat, quella parte della comunicazione  definita non verbale, non c’è o è molto coartata, non essendo presenti i corpi fisicamente intesi.

Eppure, in una relazione interpersonale completa tutti i sensi (la vista, l’udito, il tatto, l’olfatto e il gusto) devono essere messi in gioco. 

Perché alcune persone preferiscono avere amici virtuali alle relazioni normali?

Perché il confronto con gli altri è ansiogeno, mette in gioco un giudizio di sé che non può essere mascherato. Nella comunicazione virtuale è più facile esibire delle cose e nasconderne altre, ma la verità della relazione interpersonale è fatta di corpo, mente, anima.. e costa fatica.

Quindi, rifugiarsi nel virtuale, può essere un modo per prevenire l’ansia o sentimenti di autosvalutazione.

2) Un secondo rischio è collegato al rendimento scolastico.

E’ stata fatta una ricerca interessante dell’ESC TEAM di Milano, un centro specializzato nella diagnosi e nella cura delle dipendenze da Internet, che ha coinvolto un campione di 2.396 studenti italiani delle scuole superiori. Dalla ricerca è emerso che ad una connessione frequente nel tempo non corrisponde la possibilità di registrare un calo del rendimento scolastico, né tantomeno un potenziale rischio di bocciatura.

Però rischia la bocciatura il 60% degli adolescenti che naviga in rete alla ricerca di siti erotici e lo stesso vale per il 54% degli studenti che gioca d’azzardo on line. Quando le due attività avvengono insieme.. c’è quasi la certezza di perdere l’anno.

Ciò di cui preoccuparsi non è quindi la frequenza o la durata della connessione, in senso stretto, ma il tipo di attività svolta online dai ragazzi.

3) Un terzo rischio è l’isolamento sociale: quando la propria vita relazionale si riduce ad internet si rischia di perdere il contatto con la realtà.

Quali sono i segnali d’allarme che possono far temere una dipendenza da Internet?

  • L’isolamento dalla famiglia e dagli amici;
  • Perdere il senso del tempo online: qualche minuto si trasforma in qualche ora e v’irritate se siete interrotti;
  • Sentite un senso di euforia quando siete connessi;
  • Avete problemi nel portare a termine i compiti, le faccende domestiche per le donne o il lavoro;
  • Sentimenti di colpa legati all’uso di internet.

Suggerimenti per genitori ed insegnanti

Uno dei problemi dei giovani è che alcuni adulti hanno difficoltà ad imparare il linguaggio virtuale. Oggi, per dialogare con i ragazzi ed accorgersi delle insidie del web è necessario capire il significato della tecnologia e parlare il loro linguaggio.

E’ inoltre indispensabile che gli adulti promuovano l’alfabetizzazione emotiva.

Tutti gli adolescenti devono poter rispondere alla domanda Chi sono io? Cosa voglio? E devono imparare ad avere una buona immagine di sé.

La propria identità si costruisce attraverso gli altri, attraverso il riconoscimento delle proprie ambizioni, tentando di realizzare i propri desideri che devono trovare una collocazione nel reale, grazie al supporto dei genitori e degli insegnanti a favore di una scoperta di sé particolarmente viva durante il periodo adolescenziale.

Se la scoperta di sé (nel mondo reale) non viene favorita e soddisfatta,  il rischio è che avvenga uno spostamento nel virtuale.

Dott.ssa Simona Toto, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, via G. Fava 9, Pomigliano d’Arco

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Dott.ssa Simona Toto
Dott.ssa Simona Toto
studio.simona.toto@gmail.com

Ho approfondito attraverso corsi e master i temi più importanti della psicologia dell'età evolutiva; lavoro presso il centro medico Moscati dove occupo di valutazioni cognitive, disturbi emotivi dell'infanzia e dell'adolescenza, disturbi dell'apprendimento, fornendo supporto psicologico sia individuale che familiare. Presso i miei studi privati di Napoli e Pomigliano d'Arco mi occupo di psicologia clinica e psicologia del benessere. Sono specializzata nel trattamento dei disturbi classici della psicoterapia cognitivo-comportamentale, quali ansia, depressione, panico, distubi del comportamento alimentare e dipendenze (da sostanze, da gioco d'azzardo, affettive, relazionali). Inoltre esercito la mia attività anche in campo forense in qualità di CTP nei seguenti ambiti: valutazione della personalità, separazioni e affidamento dei minori, danno biologico di natura psichica, conflitti familiari, idoneità genitoriale.

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