23 Gen Vita di coppia senza sesso? Stress, ansia e insofferenza
All’inizio di una conoscenza o di un fidanzamento la sessualità viene vissuta in modo pieno, appagante ed elettrizzante.
Il corpo è argento vivo, la ricerca della vicinanza dell’altro è continua, l’idea di possederlo è eccitante, ogni gesto è vissuto con intensità e totale appagamento dei sensi.
Ma cosa succede quando la persona ormai è conquistata e abbiamo costruito un rapporto stabile, con una solida progettualità?
Per una legge quasi “fisica”, la perdita di una quota di autonomia e libertà che comporta l’essere in coppia, rischia di pagarsi in camera da letto.
Il legame stabile certamente consente la scoperta di forme di condivisione importanti e mature, quell’equilibrio che permette di progettare insieme il futuro e crescere serenamente i propri figli.
Ma quali sono i rischi per la sessualità? Dove vanno a finire le energie contenute nella libido sessuale nelle coppie in cui si esprime in modo scarso o non si esprime affatto?
Le energie non spariscono, il sistema motivazionale sessuale resta attivo ma percorre sentieri differenti, strade mascherate e compensative, alcune volte pericolose.
Accettare e accomodarsi in un rapporto di coppia in cui scarseggia oppure manca la componente sessuale, può provocare alterazioni comportamentali e sintomi psicologici importanti. Non di rado si commette l’errore di rintracciare nei meandri della vita passata e nelle esperienze infantili, le origini della nostra insofferenza, quando basterebbe semplicemente volgere lo sguardo al presente per capire che ciò di cui soffriamo è parte di ciò che neghiamo, reprimiamo, sublimiamo o non riconosciamo come abbastanza importante.
Fortunatamente, si sa, l’inconscio è potente e trasforma quello che non vogliamo vedere in sintomi del corpo: nervosismo, tensione, mal di testa, stanchezza cronica, insofferenza, a volte arrivano per segnalarci che una parte importante della nostra vita, la sessualità, il desiderio, sta appiattendosi.
Anche atteggiamenti compensatori come l’ostentare una sessualità più immaginata che vissuta o la tendenza narcisistica a mettersi sempre al centro dell’attenzione, atteggiamenti seduttivi a tutta forza, il perfezionismo ossessivo, la dedizione a sport o esperienze estreme o ancora l’ossessione per il lavoro e per il successo, potrebbero sorprendentemente segnalare che ciò che esibiamo serve a controbilanciare l’adrenalina dell’eros trascurato o mal vissuto.
Allora qual è la soluzione?
Certo, NON è nel fare sesso ripetutamente: la quantità conta poco.
Piuttosto ritrovare il contatto con il proprio desiderio per esprimere la libido che per quanto possa essere messa a tacere, è insopprimibile.
Proviamo a pensare a quanti litigi fuoribondi si risolvono poi in camera da letto. Anche una crisi che porta la coppia a lasciarsi per poi recuperarsi, riaccende il desiderio sessuale.
Questa evidenza conferma l’osservazione iniziale: l’autonomia, la libertà, il potersi concepire come persone indipendenti, pur stando in coppia, aiutano a recuperare un buon sesso che si fonda quindi su un senso di libertà e di ottimistica fiducia in se stessi, sentimenti messi a dura prova da relazioni troppo esclusive e simbiotiche.
Recuperare il contatto con il desiderio passa attraverso una buona e sana separazione ed individuazione, senza rinunciare alla coppia.
Questo ci restituisce alla vita che non si esaurisce nell’atto sessuale ma ha bisogno di nutrirsi dell’energia sessuale per accendere i nuclei più profondi della nostra personalità.
Dott.ssa Simona Toto, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Pomigliano d’Arco.
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