21 Set Una rete contro lo sfruttamento in agricoltura
Il Ministero per le Politiche Agricole ha avviato, dal primo settembre, il progetto “Rete del lavoro agricolo di qualità” per le aziende che dicono no al caporalato. Questo fenomeno ha raggiunto dimensioni impressionanti nel Belpaese, superate solo dall’immenso alone di silenzio che lo sovrasta. Il progetto si pone come obiettivo l’utilizzo di quest’organo creato dal Mipaaf per raccogliere e mettere in rete tutte le aziende impegnate nel settore agricolo sostenendo il lavoro e non lo sfruttamento. Il meccanismo può contribuire a rendere evidenti i fenomeni di criticità delle condizioni lavorative all’interno del settore. Per poter accedere al sistema è necessario possedere alcuni requisiti, tra i quali: non avere riportato condanne penali e non avere procedimenti penali in corso per violazioni della normativa in materia di lavoro e legislazione sociale e in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto; non essere stati destinatari, negli ultimi tre anni, di sanzioni amministrative definitive in materia di lavoro; essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi.
“Combattere il caporalato anche attraverso la certificazione etica delle aziende che rispettano le regole. Con questo obiettivo nel 2014 abbiamo inserito in Campolibero la ‘Rete del lavoro agricolo di qualità – afferma il Ministro Maurizio Martina – Le aziende potranno così registrarsi ed essere valutate dalla Cabina di regia della Rete, che è presieduta dall’Inps”.
Per la prima volta in Italia quindi viene introdotto un sistema di autocertificazione da parte dello Stato e a breve saranno pubblicati i primi dati sull’attività di contrasto. Della cabina di regia, presieduta dall’Inps, fanno parte le organizzazioni sindacali, le organizzazioni professionali agricole, insieme ai rappresentanti dei Ministeri delle Politiche agricole, del Lavoro e dell’Economia e della Conferenza delle Regioni.
Per effettuare la procedura di adesione basta seguire le istruzioni mostrate nella pagina dedicata.
Giuseppe Amato
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