26 Mar Probiotici e Prebiotici. Conosci le differenze?
Probiotici e Prebiotici sono termini che sempre più spesso sentiamo nominare ma sui quali ancora ci si confonde. Cerchiamo dunque di fare un po’ di chiarezza a riguardo.
Probiotici e prebiotici rientrano in una categoria di alimenti definiti “funzionali” (functional food) ovvero alimenti che formano parte di un regime alimentare normale, ma che dovrebbero avere effetti positivi su una o più funzioni dell’organismo in modo da risultare rilevanti per il miglioramento dello stato di salute e benessere o per la riduzione del rischio di malattia.
Probiotici
Volendo utilizzare la definizione data dalla commissione FAO/OMS nel 2001 i probiotici sono “microrganismi vivi che, ingeriti in adeguate quantità, esercitano una funzione benefica per l’organismo”. I probiotici più utilizzati sono quelli appartenenti alla classe dei batteri lattici, di cui fanno parte lattobacilli e bifidobatteri. Per poter essere utilizzati negli alimenti, questi microrganismi devono soddisfare dei requisiti stabiliti dal Ministero della Salute. Oltre a ciò, per esplicare la loro funzione devono non solo essere perfettamente tollerabili (si tratta infatti di microrganismi naturalmente appartenenti alla nostra flora intestinale) ma una volta ingeriti devono sopravvivere nel tratto gastrointestinale resistendo all’azione degradativa di enzimi, sali biliari e succhi gastrici. Un esempio di alimento probiotico in commercio è il latte fermentato.
Effetti benefici
• Stimolazione di un ambiente intestinale sano
• Mantenimento di una corretta risposta del sistema immunitario intestinale
• Equilibrio della flora batterica
• Regolarità del transito intestinale
Prebiotici
Si tratta principalmente di fibre solubili, tra cui ricordiamo i frutto-oligosaccaridi e l’inulina (sostanze contenute in farina di frumento, legumi, miele, aglio, topinambur etc.). Questi componenti alimentari non hanno funzione energetica infatti non vengono né digeriti né assorbiti nel tratto gastrointestinale ma vengono fermentati dal microbiota intestinale. Da questo processo si sviluppano gas e acidi grassi a corta catena (acido propionico e acetico) che, abbassando il pH del lume intestinale, favoriscono l’assorbimento dei minerali. Questi acidi grassi a corta catena arrivano poi al fegato e ai tessuti periferici migliorando la regolazione del metabolismo lipidico e l’insulino-resistenza.
Effetti benefici
• Aumento della crescita batterica e regolazione della funzione intestinale.
• Riduzione del colesterolo e trigliceridi plasmatici.
• Aumento dell’assorbimento di minerali (calcio, ferro, zinco).
Non bisogna però farne un abuso poiché ingerendoli in eccesso possono provocare disturbi intestinali come meteorismo, distensione addominale, dolori e crampi.
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