18 Ott Prick e Patch test: utilizzi e differenze
Il Prick test è un test cutaneo che viene usato per la diagnosi di allergie, per esempio allergia ai pollini, ai peli di animale, agli acari, alla polvere, alle muffe, a determinati medicinali, al veleno di insetti o alimentari. Serve, dunque, a evidenziare l’eventuale presenza di anticorpi IgE responsabili di manifestazioni allergiche a una o più sostanze o ad alimenti in modo da permettere al soggetto di mettere in atto tutte le misure necessarie a evitare, nei limiti del possibile, il contatto con gli allergeni. Il prick test viene suggerito dal medico quando c’è il fondato sospetto che il paziente sia allergico a determinate sostanze (alimenti o altro) in seguito a manifestazioni quali prurito, orticaria, angioedema, oculorinite, asma, shock anafilattico, disturbi a livello gastrointestinale ecc.
Viene solitamente prescritto per identificare allergie verso allergeni presenti in varie fonti quali ad esempio:
- Polline
- Muffe
- Peli di animali
- Acari della polvere
- Alimenti
- Lattice
- Veleno di insetti
Il Patch test, o test epicutaneo, è maggiormente utilizzato per accertare le dermatiti da contatto ed è utilizzato per valutare quali sostanze (apteni) siano in grado di scatenare una reazione allergica. Tra le sostanze che provocano la maggior parte delle reazioni che il patch test tenta di discriminare vi sono:
- Nichel
- Cromo
- Conservanti
- Coloranti
- Profumi
Il Prick test consiste nell’applicazione di una goccia di ciascuna sostanza sensibilizzante (allergene) sulla pelle dell’avambraccio, nei bambini può essere effettuato anche nella parte superiore della schiena; la cute, poi, viene punta leggermente con una lancetta sterile in corrispondenza di ciascuna goccia, per consentire ai componenti dell’allergene di venire a contatto con gli strati superficiali della pelle. Dopo circa 15 minuti di attesa, la cute viene esaminata per valutare la reazione agli allergeni che si manifesta attraverso la comparsa di rigonfiamenti (pomfi) che provocano prurito, contornati da un alone arrossato (eritema), molto simili a quelli provocati dalla puntura di una zanzara.
Il Patch test si effettua tramite l’applicazione sulla pelle del dorso di cerotti (patch) contenenti gli allergeni da valutare. Questi vengono lasciati sulla cute per 48-72 ore, durante le quali bisogna evitare di bagnarsi e, possibilmente, limitare la sudorazione evitando attività fisica e lavori pesanti per far sì che i cerotti stessi non si stacchino dalla pelle. Trascorse 48 ore, il medico procede ad una prima lettura per verificare l’eventuale presenza di reazioni cutanee (eritema, edema, papule o vescicole). Dopo 72 ore viene eseguita la lettura definitiva.
A differenza del Prick test, il Patch test richiede tempi più lunghi poiché è un esame che saggia le reazioni di sensibilità mediate da cellule, che necessitano di almeno due giorni per realizzarsi, e non da anticorpi come fa, invece, il Patch test.
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