06 Mag Poliomielite: non sempre mortale
La poliomielite, o polio, è una grave patologia virale acuta ed estremamente infettiva che colpisce il sistema nervoso centrale, soprattutto i neuroni motori del midollo spinale, e che può provocare forme temporanee o permanenti di paralisi a carico dello stesso.Per la prima volta fu osservata in Gran Bretagna nel 1789, registrata poi in forma epidemica in Europa nell’800 e ancora più tardi negli Stati Uniti, solo nella metà del secolo scorso, ovvero nel 1958, comparvero i primi casi in Italia.
A causare la poliomielite è un enterovirus, chiamato polio virus, caratterizzato dalla capacità di trasmettersi per via oro-fecale, quindi ha una circuitazione oro-fecale che lo rende trasmissibile mediante contatto con feci infette, attraverso l’ingestione di acqua o cibi contaminati o tramite la saliva e le goccioline emesse con i colpi di tosse e gli starnuti da soggetti ammalati o portatori sani. Essendo i bambini i “meno attenti” all’igiene, per inconsapevolezza data la loro età, va da sé che sono i più colpiti, tanto da poter definire questa patologia anche “paralisi infantile”.
La malattia può essere causata da tre tipi di polio-virus (1,2 e 3) che invadono il sistema nervoso nel giro di poche ore, distruggendo le cellule neurali e causando una paralisi che può diventare, nei casi più gravi, totale. In generale, la polio ha effetti devastanti sui muscoli delle gambe: perdono tono muscolare e diventano flaccide, una condizione nota come paralisi flaccida. In casi di infezione estesa a tutti gli arti, il malato può diventare tetraplegico. Nella forma più grave, quella bulbare, il virus paralizza i muscoli dai nervi craniali, riducendo la capacità respiratoria, di ingestione e di parola. In questo caso, è necessario supportare il malato con ausili nella respirazione. Il poliovirus si moltiplica nella mucosa oro-faringea, nell’intestino e nei tessuti linfatici sottostanti e può diffondersi anche attraverso le feci, ben prima del conclamarsi della patologia.
Nonostante vi sia la possibilità del concretizzarsi di una paralisi, in realtà, solo l’1% dei malati la sviluppa, una percentuale tra il 5-10% sviluppa una forma di meningite asettica, il restante 90% circa avverte sintomi simili a una influenza. Tutt’oggi non sono chiari i motivi di queste differenze, cioè il perché solo alcuni sviluppino la forma grave di poliomelite. Ovviamente l’idea è che i soggetti a rischio siano gli immunodepressi, donne in stato d’attesa, soggetti che abbiano subito in precedenza la rimozione chirurgica delle tonsille, coloro che svolgono un eccessivo esercizio fisico o che abbiano pregresse ferite o lesioni.
In ogni caso, a seconda della gravità, potranno manifestarsi sintomi come febbre, stanchezza, vomito, irrigidimento del collo e dolori agli arti.
Purtroppo non esistono cure per la poliomielite, se non trattamenti sintomatici che possono in parte minimizzare gli effetti, l’unica strada per evitare gravi conseguenze è la prevenzione tramite vaccinazione. Oggi il vaccino è raccomandato soprattutto ai bambini tra i 2 mesi e i 7 anni.
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