11 Dic Olio di palma: la battaglia diventa internazionale
È di questi giorni la pubblicazione da parte del noto quotidiano The Guardian di un articolo dedicato alla battaglia che avviene nel nostro Paese contro quello che è diventato ormai uno degli ingredienti più famosi per i consumatori: l’olio di palma.
L’articolo racconta la campagna di sensibilizzazione che ha portato ormai alla luce gli effetti causati da un eccessivo consumo di quest’olio, aggiungendo i dati di un recente studio di mercato che dimostra come la percentuale degli italiani che lo giudica negativamente sia raddoppiata nell’ultimo anno. Nel 2014, infatti, la percentuale si assestava al 18% mentre oggi è salita raggiungendo il 37% di italiani che non vedono di buon’occhio l’olio di palma a causa della distruzione degli ecosistemi forestali che la sua produzione comporta. La marcata sensibilizzazione in Italia sarebbe dovuta al fatto che il nostro Paese è, assieme all’Olanda, il maggior importatore di olio di palma in Europa (992 mila tonnellate).
Il quotidiano britannico cita gli effetti che la petizione lanciata da Il Fatto Alimentare ha avuto sulle scelte di alcune aziende del settore come Misura e Gentilini che ne hanno di chiarato la completa assenza nei loro prodotti. Altre aziende della grande distribuzione come Coop ed Esselunga si sono invece impegnate ufficialmente a ridurre in futuro la presenza di questo ingrediente nei loro prodotti. La questione è arrivata anche in parlamento tramite una mozione del Movimento 5 Stelle per vietare la vendita dei prodotti contenenti olio di palma in alcuni luoghi pubblici tra cui le scuole. Nonostante l’enorme effetto che la campagna tutta italiana sta avendo, The Guardian sottolinea come da sola non possa realmente bastare a risolvere il problema della deforestazione in Indonesia. Basti pensare che tutti i 28 stati dell’Unione Europea importano il 15% dell’olio di palma prodotto mentre la sola Cina ne importa il 13%.
La battaglia quindi è tutt’altro che vinta.
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