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meno mangi e più ingrassi

Meno mangi e più ingrassi? Scopri perchè

 

“Perché non dimagrisco? Eppure mangio pochissimo!”
Non esiste professionista nel campo della nutrizione che non abbia mai sentito questa domanda, né, con buona probabilità, esiste qualcuno che non se la sia posta almeno una volta nella vita.
Per rispondere efficacemente , però, bisogna considerare più aspetti.

NUMERO UNO: COSA SI INTENDE PER “POCO”
Anche se sembra una provocazione, non lo è. In effetti, la maggior parte delle persone che convivono con questo dilemma alimentare mangiano veramente poco. Ed è proprio questo il primo errore.
Un errore a cui il nostro organismo pone riparo. Quando il cibo assunto nell’arco della giornata non è sufficiente a soddisfare le richieste di nutrienti e di energia, si attiva un meccanismo di modifica del metabolismo, inteso come livello di energia necessario a garantire le  funzioni vitali. Parlando in termini di bilancio energetico, se le entrate sono inferiori rispetto al previsto, per evitare la “morte dell’azienda”, l’organismo attua dei tagli alla spesa energetica. Rendendo “più economico” il funzionamento delle macchine vitali, si riesce a sopravvivere anche con un’entrata energetica inferiore. Questo è quello che vuole dire un professionista quando afferma che “si è verificato un calo del metabolismo basale”.

NUMERO DUE: NON C’E’ TAGLIO SENZA DANNO
Il meccanismo fin qui riassunto è il risultato di un sofisticato processo evolutivo. L’evoluzione ha permesso all’umanità di sopravvivere alle condizioni ambientali di milioni di anni fa. Siccome, per definizione, il meccanismo evolutivo procede molto lentamente, va da sé che il benessere diffusosi in una parte del mondo nell’arco degli ultimi cinquant’anni, non possa cancellare ciò che si è evoluto in milioni di anni.

Il “danno” consiste nel fatto che il metabolismo può calare rapidamente ma richiede tempo (e fatica) per riportarlo ai livelli ottimali. Quando l’intake calorico-proteico non rispetta il fabbisogno individuale, la quota mancante viene attinta dalle riserve.
Attenzione però! Le riserve di grasso sono quelle meno coinvolte in questi casi. La maggior parte della copertura del deficit proteico-energetico deriva dal consumo di proteine appartenenti al tessuto muscolare. Quindi, si potrà rilevare una perdita di peso che però non corrisponderà a una perdita di grasso. I muscoli, per definizione, sono i tra i tessuti a più alto costo energetico. Un atleta a riposo consuma anche il doppio dell’energia di un sedentario a riposo! È ovvio, quindi, che se si riduce la massa magra, si riduce anche la richiesta di energia intesa come metabolismo basale. Il fatto che, in sostanza, si diviene energeticamente più efficienti (ci serve meno energia per vivere) significa anche che appena si mangia “qualcosa in più” rispetto a una richiesta di energia ormai bassa, si ingrassa.
Proprio così, quando questo meccanismo prende il via, si ottiene soprattutto la deplezione della massa muscolare. Quando poi si riprende a mangiare qualcosa in più, tutto l’eccesso di intake energetico viene convertito in grasso, non in muscoli.

COSA SUGGERISCE IL PROFESSIONISTA IN QUESTI CASI?
1.    l’ideale è, paradossalmente, mangiare. Ovviamente, con ciò si intende l’elaborazione di una dieta normocalorica accompagnata da uno specifico piano di allenamento (elaborato da personale specializzato) che funga da stimolo per l’aumento della massa muscolare e, quindi, del metabolismo.
2.    Recuperata la massa magra, il professionista potrebbe suggerire un piano alimentare ipocalorico al fine di incrementare la perdita di grasso, preservando la massa magra.
Pertanto, è chiaro come risulti fondamentale evitare le soluzioni “fai da te” che non interrompono mai il circolo vizioso che sfocia, a sua volta, nel famoso “effetto yo-yo”. Ecco perché molte persone dimagriscono in fretta e poi riprendono il doppio dei kili persi. Oltre a ciò, si consideri che i kili persi in partenza sono fatti per lo più di massa magra, quelli ripresi sono tutti di grasso. L’aumento di flaccidità ne è la prova.

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Dr. Giuseppe Amato

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Dr. Giuseppe Amato - Biologo Nutrizionista
dr.amatogiuseppe@gmail.com

Nel 2014 ho conseguito la Laurea in Biologia con lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Nell’ambito del percorso di studi ho scelto il curriculum specifico di Biologia della Nutrizione incentrando così la mia preparazione sulle principali discipline del campo tra cui fisiologia della nutrizione avanzata, nutrizione applicata, chimica degli alimenti, biochimica della nutrizione. Parallelamente al completamento del percorso di studi, ho conseguito il Perfezionamento in Nutrizione Ottimale che mi ha permesso di approfondire molti aspetti teorico-pratici della nutrizione applicata. Laureato e perfezionato, nello stesso anno ho ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione. Attualmente svolgo la professione di biologo nutrizionista in ambito privato senza tralasciare la mia passione per l'attività di divulgazione, di prevenzione e per il sociale.

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