29 Giu Invecchiamento: trasformazioni fisiche e approccio dietetico
L’invecchiamento è l’ultima fase fisiologica dell’individuo, che comprende i soggetti di età superiore ai 65 anni. Questa fase è caratterizzata da evidenti cambiamenti fisici che sono conseguenza di un accumulo progressivo di danni cellulari legati alla produzione di specie tossiche, i cosiddetti radicali liberi che non vengono completamente smaltiti dalle nostre naturali difese antiossidanti (prese gran parte anche dall’alimentazione); quando questi radicali non vengono completamente smaltiti e cominciano ad accumularsi sono in grado di provocare danni alla struttura e alla funzione delle cellule. C’è da dire, però, che questo danno ossidativo viene percepito soprattutto da organuli che sono i mitocondri e questo spiega la grande trasformazione fisica e psicologica che c’è dietro l’invecchiamento… Perché? Perché i mitocondri sono i principali produttori dei radicali liberi ma anche i maggiori bersagli in quanto mancano di difese antiossidanti e per questo vengono, a lungo andare, danneggiati: l’avanzare dell’età è caratterizzata da una progressiva perdita della funzionalità di alcuni organi perché i mitocondri si trovano in tutti gli organi; ovviamente, tra gli organi, viene coinvolto anche il sistema gastrointestinale. Si nota infatti una diminuzione del gusto, dell’olfatto e di conseguenza una riduzione della varietà dei cibi introdotti; tende a diminuire la funzione del sistema nervoso autonomo a livello gastrico e quindi c’è un ritardo dello svuotamento dello stomaco che comporta una diminuzione dei pasti principali giornalieri. Anche la composizione corporea viene modificata perché c’è una diminuzione della massa magra con aumento della percentuale dei lipidi: la perdita di massa proteica tipica proprio della fase di invecchiamento, viene detta sarcopenia che viene risentita anche a livello dello scheletro comportando una diminuita sintesi di vitamina D e minore assunzione di calcio. Cosa possiamo fare con la dieta?
– Diminuire la quantità di acidi grassi saturi contenuti in latte e derivati interi, formaggi stagionati, burro, margarina e dolciumi vari
– Mantenere elevata la quota proteica evitando di saltare i pasti e assumere giornalmente carne bianca e pesce
– Ridurre gli zuccheri semplici
– Consumare frutta e verdura, soprattutto con la buccia per l’introduzione di antiossidanti
– Avvalersi di una supplementazione di calcio, ferro, vitamina D e vitamina B12 tramite integratori
Come in tutti gli altri stadi fisiologici, anche nell’invecchiamento, alla base della piramide alimentare troviamo l’acqua. Le persone anziane, proprio per il discorso fatto precedentemente sulla diminuzione di funzionalità intestinale e nervosa, tendono a non avere più il senso di sete quindi si dimenticano di bere o assumono pochissimi liquidi; anche in questo caso è bene raggiungere una quantità di liquidi pari a 2L al giorno, magari introducendo oltre all’acqua anche tisane che sono più piacevoli da consumare. Non dimentichiamoci che ogni fase della vita ha una propria piramide alimentare e un proprio modo di porre rimedio ai vari cambiamenti che ne derivano.
Dott.ssa Lucia D’Anzi – biologa nutrizionista
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