13 Mag Ernia discale: sintomi, cause e terapie possibile
La colonna vertebrale è formata dalla ripetizione di molteplici strutture anatomiche che differiscono lievemente per dimensione, e a volte per funzione, a seconda della zona del rachide. Ciascuna struttura che si interpone tra terminazioni nervose, cartilagini, muscoli e vertebre è definita disco intervertebrale rappresentante un’articolazione tra le ossa della colonna: è grazie a queste articolazioni che è possibile il movimento.
Quando il rivestimento esterno del disco si lesiona, il nucleo polposo può fuoriuscire dalla propria sede causando un’erniazione del disco.
L’ernia del disco è conosciuta anche semplicemente come ernia o prolasso discale: una affezione derivante dalla fuoriuscita di materiale discale che va a comprimere i nervi della colonna vertebrale circostanti. Quando ciò si verifica e lo stesso disco subisce uno slittamento rispetto alle due ossa contigue si materializza una pressione dei nervi piuttosto dolorosa la quale può sfociare in radiculopatia (compressione dei nervi spinali) o in mielopatia (compressione del midollo spinale).
I sintomi comuni dell’ernia del disco sono:
- Dolore dalla schiena al piede che si estende per tutta la lunghezza della gamba, o alle spalla e al collo esteso alle braccia;
- Dolori intensi notturni;
- Intorpidimento, formicolio e debolezza muscolare.
Il dolore di un ernia al disco viene, in genere, descritto come intenso e acuto e spesso peggiora quando raggiunge gli arti. L’insorgenza del dolore per via di un’ernia discale può verificarsi improvvisamente o può essere preceduta da una sensazione di rottura o di scatto a livello della colonna vertebrale.
L’invecchiamento e il deterioramento della colonna vertebrale possono aumentare le probabilità che si sviluppi un’ernia del disco, che può essere causata anche da un’eccessiva attività fisica o da una lesione della colonna a causa di una contusione o caduta.
In caso di ernia discale, i sintomi possono essere alleviati grazie a cure conservative come l’esercizio fisico, l’assunzione di farmaci o altre soluzioni di carattere non chirurgico. Nel caso in cui le cure conservative non siano efficaci, il medico potrà suggerire un approccio chirurgico come soluzione alternativa. Tra le opzioni chirurgiche vi sono la discoplastica, la stabilizzazione dinamica o la fusione spinale.
Le prime sono adatte a pazienti che non necessitano di un intervento chirurgico ma per i quali la terapia farmacologica o la fisioterapia può dare sollievo. La seconda soluzione è utile nei casi più gravi:
- La decompressione chirurgica è un intervento messo in atto di solito per la stenosi spinale cervicale e consiste nell’allargare il canale spinale per alleviare la compressione sul midollo spinale e ridurre sintomi, come formicolio e debolezza, osservati in caso di stenosi spinale;
- La discoplastica è un intervento di impianto di dischi artificiali concepiti per mantenere il movimento e la flessibilità sostituendo il disco malato quindi rimosso;
- Infine, la fusione spinale è un intervento chirurgico impiegato per il trattamento delle condizioni degenerative della colonna vertebrale in cui si utilizzano degli innesti ossei, piastre metalliche e viti, per fondere due o più vertebre adiacenti, allo scopo di stabilizzare la colonna vertebrale e di alleviare il dolore.
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