27 Nov Dieta e Weekend: perché lo strappo alla regola ci sta
Con l’arrivo del fine settimana, ho deciso di scrivere qualcosa di leggero ma che si radichi bene nella mente di chi legge.
Chi si sottopone a un regime dietetico con l’obiettivo di eliminare i kili di troppo, spesso crede che si possa accorciare il tempo necessario al raggiungimento di “quel numero da sogno” sulla bilancia aumentando l’intensità della restrizione calorica. In parole povere, la maggior parte delle persone vive la dieta secondo la tacita legge del “meno mangio, meglio è”. Niente di più sbagliato. Il problema alla base è conoscere le regole del gioco, senza le quali non saremo mai in grado di ottenere un bel nulla.
Se il profilo dietetico proposto dal vostro dottore contiene, nella maggior parte dei casi, un menù fisso col quale affrontare le prime settimane di dimagrimento, è bene tenere a mente che tutto è calcolato secondo queste famose regole. Tra queste, vi è lo studio del deficit calorico da introdurre nella vostra giornata. Decidere quante kilocalorie in meno assegnare rispetto a ciò che vi servirebbe a pareggiare il bilancio energetico è un compito molto delicato che solo un professionista preparato può svolgere. Assegnare un deficit calorico, infatti, significa dare meno energia di quanta ne è realmente richiesta e questo, ovviamente, se non fatto con criterio può danneggiare moltissimo l’organismo. Uno dei primi effetti negativi che può verificarsi è la perdita di peso sottoforma non di grasso ma di massa magra. Ecco perché spesso il regime alimentare a cui si è sottoposti sembra molto più “generoso” di come si pensa.
L’elaborazione del profilo dietetico impone vari aspetti da considerare, oltre a quello strettamente dietetico. Il professionista non può evitare di valutare le abitudini personali, lavorative ecc della persona che ha davanti. Ecco perché spesso si modula quello che è indicato nella maggior parte delle linee guida, al fine di rendere il trattamento il più aderente possibile alle peculiarità del singolo e, in ultima analisi, a far sì che il profilo dietetico non resti solo su carta. Un professionista coscienzioso fa questo.
Per consentire il massimo risultato col minimo sforzo, il vostro dottore può utilizzare vari metodi per fidelizzarvi. Tra questi, può esserci quello che io chiamo “bonus fiducia”. Trattasi, in sostanza, della concessione dei cosiddetti pasti liberi, concentrandoli soprattutto nel fine settimana, quando cioè è più alta la probabilità di trovarsi in situazioni ricche di tentazioni (pizzeria, cena tra amici, ecc). Consentire un pasto libero può aiutare nell’accettazione psicologica del profilo dietetico perché ci si sente come “a riposo” dall’impegno della maledetta dieta settimanale. In realtà, il pasto libero può essere un’ulteriore componente del trattamento. Consentire un “bonus fiducia”, in un’ottica di risoluzione definitiva del problema del sovrappeso, può rivelarsi molto utile. Sviluppare la consapevolezza di star sbagliando e essere consci anche degli errori specifici che si commettono consente di poter implementare una vera e propria “coscienza alimentare” che resterà anche quando il trattamento sarà terminato.
Un professionista che si pone come obiettivo a lungo termine quello di impedirti di tornare al punto di partenza può riuscire nell’impresa solo trasmettendoti il più possibile una serie di buone abitudini. Farle proprie e portarle avanti a vita è la vera chiave della “gestione del peso”. Perciò non badate solo all’ago della bilancia. Se bastasse solo questo, il dottore non servirebbe!
Giuseppe Amato
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