18 Mar Coronavirus: pandemia del 2020
All’inizio di questo nuovo anno l’Italia, o per meglio dire, il mondo intero, si è trovato ad affrontare un evento che rimarrà per sempre nella storia, una storia che racconta di un fenomeno che di consuetudine si verifica in biologia ovvero l’evoluzione, il cambiamento: tale processo ha interessato, sin dal principio del 2020, un virus tipicamente del mondo animale, mai riscontrato tra gli uomini, che a seguito di modificazioni, evoluzione appunto del virus, è passato ad infettare l’uomo. Il protagonista di questa pagina di storia è il Coronavirus.
I coronavirus (CoV) sono un’ampia famiglia di virus responsabili della genesi di malattie che variano da lievi disturbi, quali raffreddore e mal di gola, a vere e proprie sindromi respiratorie come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave).
Questi virus sono chiamati così per le punte a forma di corona presenti sulla loro superficie.
I coronavirus umani conosciuti ad oggi, comuni in tutto il mondo, sono sette tra cui vi è quello responsabile della pandemia che il mondo si trova ad affrontare in questo preciso momento, ovvero il SARS-COV-2 responsabile della sindrome nota con il nome di COVID-19, Sindrome Respiratoria Acuta Grave.
I sintomi con cui si presenta sono inizialmente febbre, stanchezza e tosse secca, in alcuni pazienti possono verificarsi congestione nasale, naso che cola, mal di gola o diarrea. Questi sintomi sono generalmente lievi e iniziano gradualmente, ma nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte. Tutta la popolazione è esposta potenzialmente agli effetti del virus anche se, come spesso accade, nei confronti degli agenti patogeni, ad averne la peggio, sono le persone anziane o quelle con patologie preesistenti, quali ipertensione, problemi cardiaci o diabete e i pazienti immunodepressi per patologia congenita o acquisita o in trattamento con farmaci immunosoppressori o, ancora, pazienti trapiantati. Prima che esploda la sindrome vi può essere un periodo di incubazione che va mediamente dai 2 agli 11 giorni, periodo in cui il virus può passare da un soggetto all’altro propagando l’infezione.
Il contagio avviene per contatto diretto tra persona e persona: tramite saliva, goccioline del respiro, starnuti, contatto diretto, mani contaminate portate alla bocca, al naso o agli occhi senza averle prima lavate e disinfettate. Date le modalità di trasmissione, va da sé che per il contenimento dell’infezione è bene evitare luoghi chiusi, assembramenti di persone, ed è utile praticare frequenti opere di disinfezione personale e degli ambienti.
Purtroppo essendo un virus “nuovo” per l’uomo è un patogeno per il quale non è stato ancora designato un vaccino, seppur le ricerche si stiano muovendo al fine di identificarli quanto prima.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stilato una lista di azioni e precauzioni da adottare per limitare il contagio e, possibilmente, arginare quanto prima il pericolo:
- Restare a casa e uscire solo se strettamente necessario;
- Lavarsi spesso le mani ed evitare il contatto con occhi, naso e bocca;
- Evitare contatti fisici;
- Utilizzare guanti e mascherine per evitare di contagiare o essere contagiati.
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