02 Dic Caffè, miscela antica
Il caffè è tra le bevande più diffuse in assoluto e la sua storia è molto antica, infatti risale all’850 nell’attuale Etiopia. Sulla sua origine ci sono varie leggende: un pastore avrebbe notato che le sue capre erano eccitate dopo aver mangiato le foglie ed i frutti di un arbusto e ne avrebbe portato alcuni rami ad un monaco che con i semi della pianta preparò una bevanda; stupiti per il suo effetto esaltante i monaci ne attribuirono una divinità. Un’altra leggenda, invece, narra che il monaco, dopo aver osservato l’agitazione delle capre che si erano nutrite di bacche di caffè, ebbe l’idea di far bollire i semi per ottenere una pozione che l’avrebbe aiutato a restare sveglio durante le notti dedicate alla preghiera. Gli arabi avviarono la cultura del caffè nel 1575 e per lungo tempo hanno mantenuto il monopolio, arrivando a vendere esclusivamente i chicchi bolliti perché non potesse essere seminato; nel 1615 furono i veneziani a riuscire ad importarne una pianta in Italia. Oggi ha grande importanza commerciale tanto che da collocarlo al secondo posto fra gli scambi mondiali dopo il petrolio. Ad oggi, il Brasile è il primo produttore mondiale di caffè. Esistono circa una cinquantina di varietà del genere Coffea ma soltanto due monopolizzano il mercato mondiale: la Coffea arabica e la Coffea robusta. La prima presenta chicchi grossi, allungati e con un solco; ha un sapore dolce ed aromatico che lo rendono il più apprezzato; presenta un contenuto di caffeina basso, pari soltanto all’1%; i semi della varietà robusta sono più corti, tondi e con un solco dritto e presentano un sapore meno raffinato e piuttosto acre rispetto all’arabica, presentando anche un contenuto di caffeina più elevato, pari al 2%. Il caffè perde rapidamente aroma e sapore, soprattutto se è macinato e conservato in un contenitore non ermetico, perciò è consigliabile acquistarlo in confezioni sotto vuoto ed in piccole quantità che rispondono alle necessità immediate. L’ideale sarebbe macinare il caffè prima dell’uso e scegliere un macinato adatto: troppo fine darà un caffè acre invece troppo grosso darà un caffè insapore. E’ povero di proteine, zuccheri e grassi ed i chicchi racchiudono molte sostanze tra cui caffeina, tannini, oli e sostanze azotate. La caffeina, in particolare, è uno stimolante appartenente al gruppo delle xantine come la teobromina presente in tè e cacao i cui effetti sull’organismo sono numerosi e vari: è diuretica, stimola il sistema nervoso centrale e l’apparato respiratorio ed esercita un’azione vasodilatatrice, accelera il battito cardiaco, accresce il lavoro dei muscoli e contrasta l’affaticamento muscolare e cerebrale. Aumenta poi la vigilanza in condizioni di affaticamento e soggetti che sono abituati ad un apporto giornaliero di caffeina possono provare sintomi di privazione; si consiglia tuttavia di limitare il consumo di caffè a 3 al giorno. E’ consigliabile, anche, moderarne il consumo in gravidanza e durante l’allattamento perché la caffeina attraversa la placenta e passa nel latte materno. Innegabile è il suo effetto sul sonno che si manifesta nelle prime 4 ore dopo l’ingestione del caffè.
Dott.ssa Lucia D’Anzi – biologa nutrizionista
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