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8 consigli per gestire l’ansia dei bambini

 

 

Tutti i bambini attraversano un periodo in cui si sentono a disagio con persone che non conoscono bene e con estranei. L’ansia dell’estraneo, come viene spesso chiamata, di solito compare la prima volta fra uno e i due anni e scompare intorno ai due anni e mezzo.

Alcuni bambini continuano a manifestare dei segni di timidezza dopo questa età, ma quando iniziano la scuola e trascorrono più tempo con altri bambini di solito tutto si risolve.

In alcuni casi, però, l’aumento di interazioni sociali non aiuta il bambino a sentirsi più a proprio agio. La timidezza si intensifica e diventa più di un semplice problema, causando al bambino un notevole grado di angoscia e interferendo con la capacità di vivere in contesti sociali.

Quando questo accade, dovremmo considerare la possibilità che si tratti di una fobia sociale.

Occorre intervenire presto, perché quando i comportamenti condizionati dell’ansia si cronicizzano sono sempre più complicati da eliminare.

Ecco allora alcuni consigli per aiutare i vostri bambini.

  1. Provate a immedesimarvi in vostro figlio. Ascoltatelo e cercate di comprendere i suoi sentimenti. Vestite per un attimo i suoi panni e provate a capire quali comportamenti mettereste in atto  se vi trovaste a vivere nella  paura di essere messi in imbarazzo e ridicolizzati di fronte a tutti.
  2. Non agitatevi, ma mantenete la calma. I bambini percepiscono le emozioni dei genitori e le utilizzano per valutare la pericolosità delle situazioni. Stare calmi li aiuterà a fare altrettanto.
  3. Proviamo a dare un nome a ciò che stiamo vivendo. Dare un nome a ciò che ci capita può aiutarci a tranquillizzarci. Spieghiamo al nostro bambino cos’è l’ansia. Diciamo a nostro figlio che l’ansia è un normale meccanismo utilizzato dal nostro corpo per segnalarci un pericolo. Non è pericolosa e nonostante sia qualcosa di eccessivamente “fastidioso”, ha una durata limitata nel tempo. Questo sistema è talmente efficiente che si attiva anche quando non esiste un pericolo reale, così finisce per fornirci un falso allarme. Non deve essere per forza presente qualcosa per farlo scattare, basta solo un pensiero! Quando la nostra mente continua a produrre pensieri, facendoci credere costantemente di essere in pericolo il sistema di allarme si attiva in molte situazioni fino a diventare un problema.
  4. Lasciate che vostro figlio impari a fare le cose da solo. Potrebbe essere rassicurante per un genitore aiutare il proprio bambino o sostituirsi a lui nell’esecuzione di normali routine quotidiane. Questo comportamento però ottiene due effetti. Da una parte lo aiuta nell’immediato a sentirsi meglio, dall’altra gli trasmette il messaggio “Mamma e papà pensano che io non sia in grado di farlo da solo”, iniziando a pensare allo stesso modo di se stesso. Incoraggiate il bambino a essere autonomo.
  5. Comunicategli fiducia. Un buon modo di combattere l’ansia consiste nel far acquisire al bambino maggior confidenza con l’incertezza. È bene lasciare che si eserciti a sperimentare una certa quota ansia. Non potendosi basare sulle vostre rassicurazioni, il bambino avrà la possibilità di imparare nuove strategie per gestire l’ansia. Questo aumenterà il suo senso d’indipendenza e di competenza. Così facendo possiamo comunicargli la nostra fiducia sul fatto che potrà affrontare e gestire le situazioni che teme con successo.
  6. Procedete a piccoli passi. Prevedere incontri con un gruppo ristretto di coetanei, con cui vostro figlio si sente al sicuro, è il primo passo da compiere verso l’obiettivo della costruzione d’interazioni sociali adeguate. Organizzare un pomeriggio di gioco o di studio, con uno o due amici preferiti, è uno step importante da compiere, prima di provare a far partecipare il ragazzo a una festa.
  7. Favorite le interazioni sociali. Il vostro bambino potrebbe voler evitare attività divertenti, come partecipare a una festa di compleanno o giocare in una squadra sportiva. Incoraggiatelo ad affrontare le sue paure al fine di accrescere il suo senso di competenza. Per aiutarlo ad abbassare l’ansia, potete  richiamargli alla memoria gli incontri sociali avvenuti in passato, evidenziando come sia riuscito ad affrontarli con successo e senza particolari conseguenze.
  8. Premiate i loro sforzi. Anche se i miglioramenti sono piccoli, ogni sforzo merita di essere lodato. Questo aiuterà i vostri figli a spostare il loro focus attentivo da errori e comportamenti disadattivi verso i piccoli successi quotidiani.

Dott.ssa Marilena Palladino

Psicologa-Psicoterapeuta

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Dott.ssa Marilena Palladino
Dott.ssa Marilena Palladino
palladino.marilena1@gmail.com

Laureata con lode in "Psicologia dei Processi Cognitivi e Recupero Funzionale" presso la Seconda Università degli studi di Napoli. Successivamente si è avvicinata al percorso formativo della scuola di specializzazione in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale, approfondendo aspetti relativi alla psicopatologia generale e dell'età evolutiva, e ancora le tecniche di intervento psicoterapeutico cognitivo-comportamentali. Abilitata all'esercizio della professione di psicoterapeuta e iscritta al relativo Albo Professionale della regione Campania con numero progressivo 3784 in data 25/11/2008 ai sensi della Legge 18/2/89 ex art.7. Esercita la libera professione presso il proprio studio. Esperta in psicologia scolastica, svolge attività di consulenza rivolta a studenti nelle scuole primarie e secondarie.

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