14 Set Dislipidemie: terapia dietetica
Quando parliamo di dislipidemie facciamo riferimento ad una classe di patologie causate da una alterazione dei livelli di lipidi plasmatici. Il loro aumento e, più raramente, la loro diminuzione sono causati da uno stile di vita poco sano che prevede una scarsa o quasi nulla attività fisica oltre ad una alimentazione ricca di grassi. Le iperlipidemie, in particolare, sono alterazioni sia qualitative che quantitative dei livelli di lipidi plasmatici e possono dipendere da un’aumentata sintesi ma anche da una ridotta eliminazione. In generale, i lipidi sono trasportati dal sangue ai tessuti ma non sono disciolti liberamente in esso. I trigliceridi e il colesterolo sono bensì legati ad alcune proteine dette lipoproteine. Appartengono a questa famiglia anche le LDL e le HDL. L’importanza nel mantenere ad una valore base il livello di lipidi sta principalmente nel ruolo che queste lipoproteine svolgono nella manifestazione dell’aterosclerosi e nell’aumentato rischio di patologie di fegato e pancreas. Ma cosa succede precisamente quando il numero di queste sostanze aumenta? Diventano più suscettibili alla ossidazione: meccanismo che determina una modifica della struttura chimica delle lipoproteine. Le lipoproteine modificate non sono più riconosciute dai tessuti in cui i lipidi devono essere depositati. Ciò determina l’accumulo di lipoproteine (e quindi di trigliceridi e colesterolo) nel sangue. Iperlipidemia o dislipidemie sono due sinonimi di uno stesso meccanismo patologico e generalmente indicano entrambi delle anomalie nel numero e nel tipo di lipidi ematici (colesterolo e trigliceridi principalmente). L’ipertrigliceridemia, quando diventa severa, si associa ad un aumento del rischio di pancreatite acuta che può essere fatale mentre l’ipercolesterolemia è un fattore importante per la manifestazione dell’aterosclerosi e nell’insorgenza delle ischemie. La dieta rappresenta il primo approccio terapeutico per la maggior parte dei pazienti con dislipidemia. Pur partendo dal fatto che la riduzione dei grassi alimentari ha una incisione notevole sulle dislipidemie, l’obiettivo principale rimane quello di ridurre la quota di cibo che viene introdotta giornalmente in modo da permettere il raggiungimento del peso ideale. Alimenti come biscotti, merendine, cibi fritti, formaggi grassi e cibi confezionati sono particolarmente ricchi di acidi grassi trans che sono responsabili dell’aumento dei livelli di colesterolo nel sangue. All’uso di margarine e burri va preferito quello degli olii vegetali, più ricchi di acidi grassi polinsaturi che hanno effetti positivi sui lipidi plasmatici. La riduzione dei grassi prevede, al contempo, un aumento di carboidrati complessi e cibi integrali che conferiscono il giusto apporto di fibre che vanno a ridurre l’assorbimento di colesterolo e trigliceridi. Una alimentazione ideale prevede poche e piccole norme in questi casi:
- aumentare il consumo di alimenti di origine vegetale quali frutta e verdura
- consumare legumi, cereali integrali e frutta secca
- alternare il consumo di carne bianca e pesce
- utilizzare come condimento principale l’olio extravergine di oliva
- ridurre il consumo di carne rossa e formaggi grassi
- utilizzare come metodi di cottura: cottura in acqua, alla griglia, al vapore, al forno
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