01 Lug Patologie infiammatorie dell’intestino
Patologie forse ancora poco conosciute ma con un riscontro sempre maggiore. Esse sono caratterizzate da risposte immunitarie nei confronti di stimoli normali. Sembrano incidere fattori genetici e fattori ambientali tra cui un ruolo fondamentale viene assunto dalla flora batterica. Sono inoltre patologie croniche in quanto non si possono curare con un particolare tipo di terapia farmacologica e non tendono a svanire, i sintomi si attenuano passando per una ‘fase di calma’ ma possono ricomparire in qualsiasi momento. Due principali patologie colpiscono l’intestino in questo modo: la malattia di Crohn e la retto colite-ulcerosa; la prima è costituita da lesioni più profonde che possono interessare diversi punti dell’intestino, in particolare il colon mentre nella retto colite-ulcerosa la parte interessata in cui si sviluppa l’infiammazione è unica e nella maggior parte dei casi le lesioni sono più superficiali. Nella cura di queste patologie c’è alla base un trattamento farmacologico con l’uso di anti-infiammatori che hanno però notevoli effetti collaterali e, come già detto, non rappresentano la cura definitiva; per questo motivo è meglio considerare la terapia nutrizionale in quanto i nutrienti giusti possono essere di grande aiuto nell’attenuazione della patologia. Un ruolo terapeutico è stato dimostrato dagli acidi grassi a catena corta che si formano dalla flora batterica del colon e sembra che questi abbiano un effetto nello stimolare la proliferazione dei linfociti favorendo la ricostituzione di alcune parti infiammate quindi gli alimenti consigliati sono quelli che favoriscono una proliferazione attiva di questa flora batterica. Sono sconsigliate le fibre sia solubili che insolubili ed è bene evitare alimenti che contengono lattosio quindi latte e derivati perché questo zucchero ha l’effetto di stimolare la fermentazione intestinale che può favorire dolore, meteorismo, gonfiore addominale ed episodi di evacuazione anche molto forti. È bene sostituire latte e latticini con il latte di soia o altro latte di origine vegetale. Bisogna ridurre anche il contenuto di ossalati nella dieta che favorisce la formazione di calcoli: i cibi particolarmente ricchi di ossalato sono cioccolata, nocciole, coca cola e bevande gassate, succhi di frutta, cavoli, thè, asparagi, piselli e spinaci. Nelle fasi acute della malattia (in cui si verificano dolori e scariche molto forti con feci con sangue o grasso) è bene preferire diete liquide o semiliquide in modo da non irritare ulteriormente la parete intestinale; man mano è possibile reinserire alimenti non più liquidi. Si attua un vero e proprio fenomeno di svezzamento passando da frutta e legumi passati fino alla ripresa dei cibi solidi. Quando si segue questo tipo di dieta e soprattutto quando ci troviamo difronte a queste patologie caratterizzate da un forte malassorbimento (dato che vengono alterate porzioni di intestino) è consigliabile introdurre integratori. Ricapitolando, le regole alimentari da seguire con queste patologie sono:
– Dieta povera di grassi saturi e ricca di acidi grassi a corta catena
– Evitare cibi contenenti lattosio
– Diminuire l’introduzione di alimenti ricchi di acido ossalico
– Supplementare la dieta con integratori
– Durante le fasi acute assumere una dieta liquida
– Evitare il consumo eccessivo di fibra solubile ed insolubile
Convivere con queste condizioni decisamente gravi è sicuramente difficile ma non impossibile!
Dott.ssa Lucia D’Anzi – biologa nutrizionista
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