19 Feb Fichi e vespe: mutualismo obbligato
Inimmaginabile ma vero, molti dei fichi che consumiamo possono ospitare un insetto al suo interno, in particolar modo una vespa morta. Non ce ne siamo mai accorti perché in realtà l’animale viene decomposto attraverso un enzima, trasformandosi in proteine.
I fichi che comunemente finiscono sulla tavola come frutti con cui concludere i pasti ma, in realtà, non sono un frutto bensì un fiore.
Gli alberi non fioriscono come le mele e pesche ma i loro fiori sbocciano all’interno del baccello che successivamente matura nel prodotto che mangiamo. Ogni fiore produce, quindi, un singolo frutto, a guscio duro chiamato achene. Il fico è formato da più acheni per cui quando se ne mangia uno in realtà se ne stanno consumando molteplici.
Ma cosa c’entra la vespa?
I fichi hanno una caratteristica unica: visto che i fiori sbocciano internamente, hanno bisogno di un processo speciale per l’impollinazione. Non possono affidarsi semplicemente al vento o alle api per diffondere il loro polline ma a farlo deve essere una creatura specifica: la vespa del fico o Blastophaga psenes. Il fico non può sopravvivere senza la sua presenza e al tempo stesso la vespa non può vivere senza il fico, perché è lì che giace la sua larva. Un rapporto noto come mutualismo obbligato anche se è l’insetto a pagarne le conseguenze.
Il sistema Blastophaga-Ficus è strettamente specie-specifico: solo questo insetto è adatto a fecondare il fico e a permettergli la produzione di semi. E il fico è il solo albero adatto a permettere la vita dell’insetto.
La vespa femmina entra nel fico maschio per deporre le uova. Le ali e le antenne si staccano quando l’animale entra nello spazio angusto riservato dal fico. Una volta dentro, non ha via d’uscita. Spetta alle baby vespe continuare il ciclo di vita, scavando un tunnel per uscire dal fico. È la progenie femminile che compie il viaggio verso il mondo esterno, portando il polline con sé. Questo non significa che il fico contiene una carcassa di vespa. Esso infatti usa un enzima noto come ficina per ridurre l’animale in proteine, anche se non sempre riesce a farlo con l’intero esoscheletro. Quindi, tecnicamente può capitare che quando mordiamo un fico mangiamo anche le vespe o i loro resti.
Ma non tutti i fichi le contengono. Alcuni sono a maturazione partenocarpia, significa che non richiedono fecondazione.
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