12 Set Basilico subacqueo: nuova sfida per l’agricoltura sostenibile
Chi ha letto i romanzi Jules Verne può gioire. Un altro passo verso la conquista degli abissi è stato mosso a Noli, in provincia di Savona, grazie alla tecnologia applicata a uno dei nostri più grandi tesori: il cibo.
Il progetto “Orto di Nemo” consiste nella sperimentazione della coltura del basilico nostrano in ambienti, per così dire, non convenzionali. A circa cento metri dalla costa, sono state installate una serie di biosfere subacquee a una profondità di otto metri. All’interno di queste strutture ad alta tecnologia sono coltivate delle piantine di basilico mentre un team di esperti monitora costantemente i parametri chimico-fisici dell’interno di ogni biosfera. L’obiettivo è di consentire appieno la crescita delle piante ricreando il più possibile un ambiente simile a quello terrestre. L’idea delle colture subacquee nasce per soddisfare la crescente necessità di suolo per l’agricoltura e per sfruttare una serie di vantaggi che il mare può offrire. In queste condizioni infatti, è possibile evitare l’utilizzo di qualsiasi tipo di antiparassitario o insetticida in quanto, per ovvi motivi, i parassiti non potrebbero raggiungere le colture, a meno che non siano presenti già in quelle di partenza. Anche in questo caso, i responsabili del progetto assicurano che la riproduzione degli insetti risulterebbe inibita dall’ambiente molto selettivo delle biosfere. Altro aspetto da non sottovalutare è la possibilità di avviare colture anche in regioni in cui l’agricoltura tradizionale è in difficoltà a causa del clima sfavorevole, con ad esempio fenomeni continui di siccità o elevate escursioni termiche.
Alcuni paesi come l’Arabia Saudita si stanno mostrando molto interessati al progetto, tanto da aver già ordinato alcune biosfere e richiesto la condivisione delle informazioni tecnologiche alla base del sistema di coltura. A breve, i responsabili del progetto valuteranno i dati sulla resa della produzione di basilico. Finora il team ha già registrato la crescita delle piantine fino a 8 centimetri. Per quanto riguarda il confronto delle proprietà organolettiche del “basilico marino” con quello tradizionale, già nel 2014 il Centro di sperimentazione e assistenza agricola di Albenga ha effettuato una ricerca che ha mostrato come queste risultino equivalenti. I ricercatori hanno precisato però che i pochi etti di basilico ottenuto costituiscono un campione ancora troppo esiguo per poter giungere a una conclusione certa. Ecco perché si preparano sempre nuovi test per valutare l’effettiva efficienza del sistema e la qualità del prodotto.
Come se non bastasse, gli ingegneri dichiarano di voler valutare la possibilità di impiego delle biosfere per la produzione di acqua dolce. Ogni struttura è infatti dotata di sistemi che la convertono in un micro-dissalatore di acqua marina.
Tanto risalto è stato dato a questa iniziativa. L’Orto di Nemo è riuscito infatti a meritarsi una vetrina a “Expo 2015” dove è stato scelto tra i progetti più singolari. Il team che gestisce il progetto pensa molto anche alla comunicazione, specialmente via web. Il sito dedicato all’iniziativa è ricco di informazioni, curiosità e offre anche la diretta streaming delle coltivazioni subacquee sul proprio canale Ustream.
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