01 Mar Riso rosso fermentato: il chicco anticolesterolo
Il termine nutraceutico rappresenta una via di mezzo tra le parole “nutriente” e “farmaceutico” e sta ad indicare una sostanza, in questo caso una molecola che si ottiene dalla fermentazione del riso rosso, che presenta naturalmente proprietà farmacologiche.
La legislazione italiana inquadra i nutraceutici nella categoria degli integratori alimentari. Risulta quindi molto facile trovarli in commercio ma altrettanto facile può esserne un consumo non appropriato. In questo contesto diventa importante fare chiarezza su cosa sono e come agiscono queste sostanze, quali possono essere i benefici e quali i rischi.
Cos’è e come agisce
Il riso rosso si ottiene dalla fermentazione del riso ad opera del micete Monascus Purpureuse (lievito rosso). Il risultato di questo processo è la produzione di monacoline, che agiscono sulla sintesi di colesterolo modulando particolari meccanismi biochimici. Sugli stessi meccanismi agiscono anche veri e propri farmaci, come le statine, utilizzati solitamente nel trattamento delle ipercolesterolemie. La monacolina K, in particolare, è la lovastatina.
La sua efficacia nel ridurre i livelli di colesterolo circolante è stata comprovata in diversi studi. In una metanalisi recente sono stati confrontati i risultati di 93 trials clinici randomizzati. le preparazioni di riso rosso fermentato hanno mostrato effetti di riduzione del colesterolo simili a basse dosi di statine, senza riscontrare particolari effetti collaterali. Altro punto a favore di questa sostanza è la sua tollerabilità; pare infatti che le monacoline ( dosaggio di 0,6-1,2-2,4 g/die di riso rosso fermentato contenente 0,2% di monacolina K) siano ben tollerate anche in soggetti statino intolleranti.
È adatto a tutti?
Agendo come le statine, la monacolina K potrebbe avere potenzialmente gli stessi effetti collaterali che possono comprendere aumento asintomatico delle transaminasi epatiche, miopatia, rabdomiolisi ed epatotossicità. Pertanto soggetti con danno epatico e problemi renali, donne in gravidanza, in allattamento e bambini dovrebbero evitare di assumere monacolina per mancanza di dati riguardanti la sicurezza.
E’ inoltre raccomandato di evitarne l’assunzione se si fa già uso di statine, poiché gli effetti collaterali potrebbero sommarsi e quindi manifestarsi in maniera potenziata. È opportuno evitare l’introduzione di monacolina K anche in concomitanza con alcuni altri tipi di farmaci (ciclosporina, antimicotici azolici, eritromicica, claritromicina) dal momento che le monacoline sono metabolizzate principalmente dallo stesso sistema biochimico responsabile del metabolismo del 50% dei farmaci attualmente esistenti.
Quindi pur trattandosi di un rimedio “green” chiedete sempre il parere di uno specialista !
Dott.ssa Eleonora Fiorillo
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