11 Feb Workaholic: la dipendenza dal lavoro e gli effetti collaterali
La società di oggi impone ritmi di vita frenetici e la crisi economica ha contribuito a modificare le nostre credenze generando idee non sempre funzionali.. del tipo: “Per guadagnare decentemente devo lavorare tanto e rinunciare a ciò che mi piace“.
Peccato che di questo passo stiamo diventando vittime del modo in cui noi stessi scegliamo di gestire le nostre energie ed impiegare il nostro tempo.
Per sfuggire ad emozioni negative quali la noia, l’ansia, la depressione, per mantenere standard elevati oppure per non deludere le aspettative dei nostri cari, finiamo per oberarci di lavoro fino a non avere più tempo libero, per poi racchiudere la tendenza compulsiva a fare troppo dentro il generico e tanto amato termine “stress”.
Questa dinamica portata all’eccesso conduce allo strutturarsi di una vera e propria dipendenza dal lavoro, entrata nel novero delle new addiction insieme alla internet addiction, allo shopping compulsivo ed altre.
In Italia si parla ancora poco di questo fenomeno, il quale è molto conosciuto in Giappone, dove è identificato con il nome di Karōshi (morte per eccesso di lavoro), dipendenza che provocherebbe infarti cardiaci e ischemici dovuti alle eccessive ore e alle condizioni lavorative stressanti.
Come si manifesta la “workaholic“?
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Tempo eccessivo dedicato volontariamente e consapevolmente al lavoro (più di 12 ore al giorno, compresi weekend e vacanze) non dovuto a esigenze economiche o a richieste lavorative;
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Abuso di sostanze stimolanti (es. caffeina)
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Pensieri ossessivi ed eccessive preoccupazioni collegate al lavoro
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Irritabilità, aumento di peso, disturbi psicofisici, conseguenti alle scarse ore di sonno
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Impoverimento emotivo, sbalzi di umore e facile irritabilità;
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Ansia in assenza di lavoro
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Senso di colpa ed emozioni negative quando si è in ferie che vengono ridotte solo riprendendo l’attività lavorativa.
A rendere difficile il riconoscimento della patologia contribuisce il fatto che, purtroppo, il duro lavoro è spesso visto positivamente, permette di ottenere premi, bonus e crescita professionale che se da una parte consentono l’autorealizzazione, d’altra parte, nei casi in cui è presente il disturbo, ne rinforzano la dinamica patologica.
Il primo passo per ritrovare un equilibrio e riparare le relazioni interpersonali che spesso si deteriorano a causa della workaholic, è sicuramente riconoscere di avere un problema ed indirizzare la propria vita verso una maggiore armonia tra lavoro e attività extra-lavorative.
Con l’aiuto di un esperto si possono capire le origini della dipendenza dal lavoro e il motivo per il quale si è disposti a sacrificare l’intero tempo disponibile in nome di un guadagno allettante a cui però corrisponde una perdita molto più grossa, quella del tempo per sè e per i propri cari, che è la vera ricchezza.
Alternare il tempo libero con gli impegni è di vitale importanza, sia per la propria salute, sia perchè “il piacere è un dovere”, sia per mantenersi prestanti ed efficienti nel lungo termine.
Dott.ssa Simona Toto, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Pomigliano d’Arco, Napoli.
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