17 Mag Politici e bugie: è possibile smarcherarli?
Per quanto sia normalmente esecrato e stigmatizzato, il mentire è un fenomeno trasversale a ogni tempo e a ogni cultura. Mentiamo a tutti, alle persone più care e agli estranei, ma anche a noi stessi. Dunque il mentire e l’ingannare, imbrogliare, dissimulare, fingere sono comportamenti “universalmente Umani”. In quanto tali non restano estranei alla sfera della Politica.
La tendenza a diffidare delle parole che interessano il mondo della politica e degli affari è cosa ormai diffusa, ma non è una prerogativa dei tempi moderni.
Un “ribaltonista”anzitempo?
Alcibiade, militante e politico ateniese, famoso per aver cambiato più volte partito politico e patria, fino a prendere di volta in volta le parti di Atene e Sparta durante la guerra del Peloponneso.
La funzione che la menzogna ha avuto nella storia è nota ma forse si tende a sottovalutare la sua portata. I politici sono spesso considerati poco sinceri o poco “trasparenti” specialmente quando rilasciano dichiarazioni vaghe o tengono discorsi sfumati.
A rafforzare questa teoria avrà sicuramente contribuito la vicenda di Donal Trump e delle sue 1950 dichiarazioni false o ingannevoli nel 2017 rivelate da un fact checking del Washington Post, che ha analizzato tutte le “bufale” ripetute più volte nel corso dell’anno dal presidente degli Stati Uniti.
Quindi, per distinguere la verità dalla menzogna, sono stati individuati dagli studiosi di psicologia otto indicatori considerati un buon punto di partenza:
La parlata: uno dei più infallibili metodi per capire se ci si trova di fronte a una persona che sta mentendo è fare attenzione alla velocità del suo parlato. Chi sta mentendo solitamente tende ad accelerare il ritmo delle sue parole, o a rallentarlo in maniera eccessiva.
I dettagli: quando stiamo mentendo aggiungiamo più informazioni di quante siano realmente richieste.
Deviare dal punto del discorso: chi mente in genere evita di centrare il punto del discorso, non risponde con precisione alle domande che gli vengono poste.
Le ripetizioni: per non farsi smascherare dalla persona che ha davanti, il bugiardo tende a utilizzare sempre le stesse frasi, diventa ripetitivo e monotono.
Reazione alle domande: in genere chi mente risponde mettendosi subito sulla difensiva e attaccando. Le domande cerca di evitarle il più possibile, perché potrebbero costringerlo ad aggiungere ulteriori dettagli alle sue risposte.
Silenzio: chi mente teme il silenzio e cerca di evitarlo, questo perché se l’interlocutore non reagisce al discorso, non fa capire al “bugiardo” se si è bevuto la bugia e quindi lo costringe ad aggiungere dettagli che potrebbero tradirlo.
Occhi e Mani : secondo recenti studi di alcuni ricercatori dell’Università di Edinburgo e dell’Hertfordshir, il movimento degli occhi non è più un indizio da potersi considerare così attendibile. Le mani, con il loro movimento, sono invece indicatori più certi. Chi sta dicendo una bugia tende a compiere movimenti rigidi e a gesticolare poco.
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